È nato! È nato! Il frizzantissimo primo numero di Piegàmi è qui. La prova del nove ha funzionato: i lettori e i curiosoni, i passanti e – naturalmente – i vari autori ci hanno dato fiducia, per cui non potevamo deludere le aspettative di tutti. Ecco a voi il numero della Rivista più estivo e reale che ci sia.
Poiché squadra che vince non si cambia, riproponiamo la formula “qui leggi in digitale e scarichi pure per l’offline” in PDF tutte le brevi chicche del Numero Uno.
Potresti imbatterti nel crab rave che l’anfitrione Granchio Reale ha indetto per celebrare questo evento, ma una volta superato verrai accolto nell’ingresso dell’editoriale, per una veloce infarinatura sui nuovi contenuti inediti e, finalmente, dai racconti stessi.
Scegli quello che più ti colpisce, scarica il racconto e crea il tuo crostaceo da aggregare al party – o qualsiasi altro soggetto tu voglia: a noi basta che inizi a fare tua l’arte del Piegàmi.
Ci siamo. Il numero di lancio è partito, ci hanno fatto qualche applauso, poi è atterrato con successo. Non è stato quello che chiamano “un grande passo per l’umanità”, ma sicuramente è stato un traguardo importante per noi. E se il Numero Zero era la nostra prova del nove, questo numero è per voi. Per gli autori che hanno deciso di concederci fiducia, per i lettori abbastanza coraggiosi da provare qualcosa di nuovo, per le persone di passaggio che si sono fermate anche solo a guardare.
Nonostante questa volta si tratti di un vero inizio della Rivista Piegàmi, e pur avendo scelto come sempre con cura e attenzione i racconti da sottoporvi, l’atmosfera che ci ha accompagnati è stata molto più carica ed elettrizzante. Sembra quasi un Esame di Stato, il nostro, ed effettivamente i tempi sarebbero anche maturi. Ecco quindi che vi presentiamo la nostra tesina.
La forma di questo numero doveva essere profetica, anticipatrice, soprattutto considerato il solstizio della bella stagione appena passato. Con questa scusa, tra una granita e le racchette da volano, speravamo di farvi portare in spiaggia un piccolo amichetto, tanto insolito nel colore quanto nella discendenza di sangue. Il nostro granchio reale blu, così steso al sole e pasciuto di racconti, è il nostro simbolo dell’estate. Vi accompagnerà nei momenti più cocenti con ancora più Aquiloni e Ventagli da impugnare e, poiché la digestione è lunga, potrete divertirvi a dare forma a chele, zampe e guscio nelle tre ore prima di tornare in acqua. Per coloro che nella stagione calda escono a caccia, invece, può essere anche un originale rompighiaccio per adescare il vicino/la vicina di ombrellone.
Per chi rimane a casa, non disperate. In questo Numero Uno non si parlerà solo di estati a Viareggio e avventure in mare aperto. Non mancheranno i rimandi agli incastrati al lavoro, tra scartoffie e malumori dei colleghi; alle anime ritrovate in un ballo sotto le stelle o ai cuori che per poco si sono mancati. Volendo accontentare tutti, si parlerà già anche della semina d’autunno, ché non a tutti piace la salsedine e il sole sulla pelle, no? Importanti dipartite e sogni a occhi aperti concludono il quadretto, per una raccolta di racconti brevi fresca, variegata e soprattutto fruibile nel modo che più vi piace.
Vi auguriamo un’estate piena di pieghe e una ispirata lettura. Come sempre, la Redazione vi ringrazia e vi saluta fino alla prossima avventura.
Per questo racconto dice di aver accuratamente spolverato e adattato un’ispirazione susseguita alla lettura di “I dolori del giovane Werther”. In effetti, il suo Coriandolo si presta bene a diventare una busta da lettere.
Dormiveglia, ovvero come dove tutto è possibile
Mentre lui raggiungeva le candele dietro al letto, Somnyha scivolò verso alcuni ceri spenti e ne accese uno. Si era ripromessa che quando le fiammelle si sarebbero estinte tutte, loro sarebbero tornati alla realtà; una promessa che avrebbe voluto dimenticare, inghiottita com’era dalle infinite fantasie del dormiveglia.
Luca Bianchi
Ci ha detto che un grande racconto è la somma di due racconti e due anime possono fondersi in una sola. È tutto ingarbugliato, sì, ma il suo Aquilone è un successo.
La libertà degli ingranaggi, ovvero gli scricchiolii dell’anima
L’ultima cosa che lui riuscì a fare fu quella di accarezzare il viso della sua compagna, cercando di trasmetterle in un solo gesto tutto l’amore che provava. I loro corpi si bloccarono definitivamente, ma i loro sensi furono come sempre gli ultimi ad abbandonarli; l’udito ovattato e la vista oscurata captarono qualcosa di inusuale, diverso da ciò che accadeva di solito arrivati a quel punto della loro breve esistenza: sentirono delle voci, videro dei volti.
Sinnheim
Da brava giornalista, ama indagare e immaginare: come sarebbe stata la sua vita se, chi sarebbe stata se solo. E come lei stessa afferma, “la sola cosa che può farci è scriverne”.
Coincidenze, ovvero credevo di averti già visto
Si vede che non era ancora il loro momento, penseranno gli spettatori di questa curiosa vicenda. […] Sarebbe uscita prima, a dir la verità, se la caffettiera che aveva messo sul fuoco non avesse iniziato a gorgogliare proprio in quel momento.
Chiara Beretta
“E se Alice nel Paese delle Meraviglie fosse stato un romanzo noir?” Se lo è chiesto l’autrice prima di creare questo racconto, uno spazio dove il Cappellaio Matto ed Edgar Allan Poe s’incontrano per riflettere su corvi e assassini.
Le penne del corvo nero, ovvero di intrighi vintage londinesi
Perché un corvo è come uno scrittoio?
Quell’indovinello senza risposta continuava a ronzarle nella mente. Era da quando aveva letto dello strampalato dialogo tra Alice e il Cappellaio Matto, a dieci anni, che cercava una risposta. Evidentemente però, una risposta non esisteva, non una univoca almeno. Ora, tuttavia, trovarla era fondamentale.
Barbara Falcone
Torna un nome conosciuto, una garanzia. Di questo suo racconto vi sveliamo solo che si ispira a un evento realmente accaduto e che su carta ha preso tutt’altra piega.
Viareggio, 21 agosto, ovvero in cerca di bandiera bianca
La spiaggia è lunghissima e perdere l’orientamento è un attimo. Non trovavo la Svezia, che di solito ha la doccia più calda. Mentre la cercavo, stamattina, continuavo a ripetere “La Svezia dovrebbe essere vicino al Perù”. […]
Alla fine ci siamo sciacquati in Cina.
Fé Raboli
L’autrice ama tutti i gatti del mondo, quelli di cui è mamma e anche quelli degli altri.
Per questo ci ha proposto un racconto su un cane. No, aspetta: cosa?
Non tirare!, ovvero il miglior appoggio in tempi bui
Che vuoi, Notte? Andare fuori? Non se ne parla, non ce la faccio. Devi pisciare? Ti apro il giardino. Falla lì, nell’angolo, dove vuoi. Non importa: pulirò domani. Dai, Notte, vai. Non portarmi il guinzaglio, non usciamo, niente passeggiata. Lo so che ti manca, ma non ce la faccio… Perché non capisci, stupido cane? Ti porteranno fuori i ragazzi, quando verranno, domani. O dopodomani… Mi confondo con i giorni.
Marezia Ori-Elie
Sicuramente Antonio ha una predilezione per le sorprese. Forse anche per gli imprevisti. Di certo lo affascina il mare e se può scriverci un racconto con i fuochi d’artificio, state certi che in realtà lo ha già fatto per noi.
Altrimenti si affoga, ovvero di avventure e tempeste divine
Attorno a noi non c’è terra a cui attraccare, attorno a noi i miraggi soffocano nei mulinelli. Gradualmente la tempesta si aizza, canini d’acqua azzannano le ossa lignee dell’imbarcazione. Perdo qualsiasi controllo sulla barca e su me stesso. I fiotti che spuntano come lance adamantine attraverso il corpo di legno marcio mi ricordano che potrei perdere tutto, mia sorella compresa, per colpa di un furioso capriccio di mare. Ho paura.
Antonio Potenza
È arrivato silenzioso e indiscreto, un titolo di proposta più che promettente. E pur essendo un nome ancora sconosciuto per noi, abbiamo accettato la sua caramella volentieri.
Una caramella al limone, ovvero dulcis in fundo
Bernard, il general manager, mi consegna un pacchettino della cioccolateria Marie. Dentro, ci sono le informazioni relative alla persona che dovrei epurare: nome, cognome, società per cui lavora, inquadramento, mansione. Ogni scatola ha un suo colore peculiare: blu per i dirigenti, rossa per i funzionari semplici, verde per i quadri. E poi c’è la scatola gialla, la più temuta di tutti, quella riservata ai dipendenti della T-Star.
Antonio Villani
L’autrice ama le storie dimenticate, i borghi abbandonati e i sassi che hanno sempre qualcosa da raccontare. Ora dovete solo leggere il suo racconto per scoprire cosa hanno da dire.
Semina, ovvero sette piccoli sassetti
Sette vite come i gatti, sette occasioni sprecate.
Sette decadi che chiedono il conto e si fanno sentire. Si piega con una fitta alle ginocchia e alla schiena, accarezza la gettata di cemento ancora fresco davanti a casa. Sette gemme da incastonare nella memoria.
Alice Cervia